@Il_ragazzo_cinefilo
★ Recensione n. 12 ★
TAXI DRIVER<br /> Taxi Driver di Martin Scorsese con Robert De Niro, Jodie Foster, Harvey Keitel e Cybill Shepherd; USA, 1976; colori, 115' (1 h 55 min); thriller.<br /> Un tassista di New York dal carattere sensibile e solitario scivola lentamente in una spirale di follia che lo spinge a ribellarsi in maniera violenta alle ingiustizie di una società corrotta e alienante.<br /> <br /> Travis Bickle è un tassista di New York disadattato e alienato, ex Marine in Vietnam congedato da due anni, che soffre di un'insonnia cronica che lo porta a lavorare come tassista di notte, quando la città già devastata dal degrado lascia emergere il suo peggio (prostitute, drogati, pervertiti ecc.), passando il tempo libero in uno squattrinato cinema pornografico o in compagnia dei suoi colleghi. Il giovane è affascinato da Betsy, un'impiegata dello staff del senatore Charles Palantine, candidato alle elezioni. Durante un loro appuntamento, però, Travis porta la ragazza in un cinema porno e lei si offende: il tassista, deluso dal suo comportamento e urlandole contro che è “come tutti gli altri”. La solitudine di Travis e il suo odio verso il mondo criminale della sua città fa crescere in lui un sentimento di frustrazione, al punto di acquistare delle pistole e uccidere a sangue freddo ogni delinquente che gli capiti sotto gli occhi e, quasi come per vendicarsi con Betsy, cerca persino di assassinare il senatore Palantine. Si pone, inoltre, l'obiettivo di aiutare Iris, una prostituta tredicenne innamorata del suo protettore, Matthew, un pervertito che la maltratta e le somministra sostanze stupefacenti.<br /> <br /> Devo dire che inizialmente mi aspettavo che questo film non mi piacesse più di tanto, come è successo con gli altri film di Scorsese che ho visto: mi sbagliavo di grosso. Lo trovo a tratti molto simile a Joker (Todd Phillips, 2019): il protagonista è un ragazzo solo, in cerca di compagnia, con un odio profondo verso la feccia criminale della sua città, di cui talvolta è vittima. Per cui, quando ne ha la possibilità, cerca di vendicarsi con chi lo ha fatto soffrire. Un film che racconta la società in questo modo penso che dovrebbe essere visto a priori, anche per la trama scorrevole (elemento, però, presente principalmente solo nella seconda parte del film, in quanto nella prima ci sono stati dei momenti in cui mi sono annoiato), la colonna sonora di Bernard Herrmann e l’elemento caratteristico di questo film: Travis Bickle, un personaggio unico e immortale che, nel corso del tempo, è diventato uno dei più famosi e dei più amati. Ovviamente, l’interpretazione magistrale di De Niro (e anche il fantastico lavoro del suo doppiatore italiano, Ferruccio Amendola) ha contribuito a rendere questo film un cult, amato persino dalle nuove generazioni. La famosa scena in cui Robert De Niro si rivolge allo specchio e pronuncia la frase «You talkin' to me?» (in italiano: Ma dici a me?) è entrata a far parte dell'immaginario collettivo.<br /> <br /> Come sempre, se siete interessati alla visione vi lascio il link del trailer qui sotto:<br /> <a href="https://www.youtube.com/watch?v=d07aBOLvmuI" target="_blank">https://www.youtube.com/watch?v=d07aBOLvmuI</a><br />