@DiesisLucisCaelum
L'incubo continua, non vi è modo di fermarlo.
Credo che, ormai, questi post siano più per le poche persone che mi hanno seguita ultimamente. Se qualcun'altro dovesse interessarsi, farebbe bene a cercare i vecchi post o a chiedere direttamente a me comunque.
Premessa fatta.
Il Dissociative Identity Disorder continua a sorprendermi ogni volta che accade qualcosa di nuovo.
L'ultima volta ho parlato del mio Inner World, il mondo interno, e di come sia uno specchio che riflette il mio status psicologico.
La situazione è rimasta invariata da allora, e Sero (il mio alter, l'unico attualmente) non ha la minima idea del perché di tali eventi.
Ora, però, vorrei parlare di come mi sono accorta della sua presenza, che mi ha poi portata alla diagnosi del D.I.D.
Qualche anno fa, mentre ero nella mia stanza, mi addormentai all'improvviso. Credevo di sognare, ma mi resi conto in poco tempo che ero perfettamente cosciente.
Mi trovavo in un posto a dir poco terrificante. Era, ed è tutt'ora, una città in completo stato di decadenza. Edifici che crollavano, altri erano in fiamme, strade distrutte e via dicendo. La cosa che più mi colpì fu il fatto che nonostante stesse piovendo potevo chiaramente scorgere edifici in fiamme.
Decisi di addentrarmi in quel luogo. Al tempo non avevo la minima idea che si trattasse del mio Inner World, ero poco informata anche su questo tipo di patologie.
Camminando lungo una strada, decisi di prendere riparo sotto ad un grande edificio. L'entrata era completamente scoperta, non c'erano porte o cancelli, così decisi di entrare. Si fece buio tutto d'un tratto, non capivo cosa stesse succedendo. Pochi istanti dopo, si accese una luce e mi resi conto di ciò che era successo. Mi trovavo in una piccola stanza, ed era abbastanza inquietante dato che non vi erano né finestre né porte. I muri erano piene di scritte che non sono riuscita a leggere, ma non erano questi i dettagli più spaventosi.
La parte che più mi mise paura era quella in cui mi accorsi che c'era qualcuno oltre la luce. L'individuo, che si accorse della mia presenza, si avvicinò molto lentamente.
Una volta raggiunta la luce al centro della stanza, lo vidi chiaramente in faccia. Capelli nero corvino, occhi scuri e una sorta di sorriso maniacale stampato in faccia. L'ultima cosa che ricordo è che mi guardo e mi chiese, con tono arrabbiato, perché lo stavo rifiutando. Mi svegliai in quel preciso istante, e mi resi conto che erano passate molte ore anche se a me sembrava di aver dormito per poco. Da quel giorno, ho sentito la sua voce quasi tutti i giorni. Spesso mi insultava dicendo che era tutta colpa mia, ma io non capivo cosa stesse succedendo. Ci volle qualche mese per capire di cosa si trattava, e mi fu diagnosticato il Dissociative Identity Disorder, comunemente conosciuto come disturbo di personalità multipla. Nel corso degli anni ho imparato a convivere con questa cosa, anche se non è stato del tutto facile.
In questi ultimi giorni riesco a comunicare poco con la mia "controparte", dato che spesso i miei tentativi di comunicazione risultano fallimentari.
Io, tutto sommato, sono felice di questa cosa, è una sorta di dono per me. Grazie a questo dono non sono mai sola e ho sempre qualcuno che mi tiene compagnia, riesco a riempire meglio le mie giornate.
Continuerò a visitare quel posto dato che, per mia fortuna, riesco ad accedervi quando voglio e, se davvero è il riflesso del mio stato d'animo, spero tanto di riuscire a migliorare la situazione.