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Il terremoto della Marsica del 1915
noto anche come terremoto di Avezzano, fu un drammatico evento sismico avvenuto il 13 gennaio 1915 che devastò la regione della Marsica, in Abruzzo, e le aree limitrofe del Lazio, come la valle del Liri e il Cicolano, causando secondo i dati del servizio sismico nazionale 30 519 morti. Il terremoto, classificato tra i principali sismi avvenuti in Italia per forza distruttiva e numero di vittime, interessò gran parte del centro Italia causando danni e vittime in diverse province.
La sua intensità fu pari all'XI grado della scala Mercalli; in seguito la sua magnitudo fu stimata in 7.0 Mw. L'epicentro fu localizzato nella conca del Fucino in Abruzzo, ma l'ondata sismica colpì anche altre zone dell'Italia centrale come il Lazio e le Marche e parte della Campania.
Il sisma del 1915, per forza distruttiva e numero di vittime, è classificato tra i principali terremoti avvenuti in territorio italiano. Secondo i dati dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia le vittime furono 30.519, di cui oltre 10.000 nella sola città di Avezzano.
Avezzano, situata nell'area epicentrale, venne completamente rasa al suolo: le vittime furono tantissime, 10.700 su un totale di circa 13.000 abitanti. Tra queste anche il sindaco, Bartolomeo Giffi ed altre autorità locali. I pochi sopravvissuti, in gran parte feriti, rimasero senza un tetto per giorni, poiché tutti gli edifici erano crollati su sé stessi, comprese le scuole, le chiese e il castello. Restò in piedi, intatta, solo la casa del cementista bolognese Cesare Palazzi. In allegato il palazzo in questione