@eliminato
Se siete suscettibili, sensibili ecc. NON leggete gli shouts con scritto I COLORI DELLA MORTE
Lì, sul ciglio della strada, giaceva un ragazzo in un caldo silenzio; mentre una leggera brezza si ostinava invano a rimuovere il tanfo che aleggiava nell'aria.
La pelle olivastra andava via via assumendo nuove sfumature; le iridi, un tempo radiose e di un verde pallido, stavano subendo la metamorfosi per la modificazione bulbo oculare post-mortem.
Gli occhi, sbarrati, riecheggiavano l'espressione di stupore e terrore impressa sul volto del ragazzo.
I capelli annodati, secchi e privi di ogni traccia di lucentezza, ricadevano sconnessamente, quasi a solleticargli la mascella.
Non aveva più quel cipiglio perenne tra le folte sopracciglia scure.
Le lunghe ciglia, invece, si incurvavano sfiorando le palpebre come onde che accarezzano uno scafo.
La giacca di velluto verde giada era aperta, scoprendo così il maglione a collo alto bruno, di lana e scucito in vari punti.
I pantaloni logori contrastavano con le scarpe:lustrate e lucide, anche se un buon osservatore avrebbe notato le suole consunte.
Le foglie sottostanti erano tinte di rosso carminio, mentre le labbra del ragazzo acquisivano sempre più una tonalità purpurea.
Alcuni necrofagi, puntata la preda, stavano banchettando affamati. Un po' come la gente attorno ad una scena del crimine, o come voi che leggete, incuriositi.
Un forte stridore si faceva strada tra i cumuli di foglie, susseguito da alcuni passi sguazzanti nel naviglio e lo scricchiolio delle scarpe sui gracili rami secchi e spezzati.
L'oggetto trainato calò sul viso del giovane. Come una tela ridotta a brandelli, uno specchio in frantumi, un fiore senza petali.
Il viso e gli occhi della vittima sono il punto debole di ogni carnefice. Ma tutti i punti deboli sono punti di forza, e viceversa.