@Ingegner_cane
Sfogo N.12 - Ascoltami.
Sono demoralizzato in questa solitudine percepita, mio padre mi dice di uscire ma sarebbe come uscire a vuoto da solo o con qualche conoscenza evanescente, senza quindi nessuna soddisfazione mentale per me. Resto nel buio, non sopporto molto la luce o la tollero difficilmente, mentalmente parlando. Sono da solo, anche qui mentre lo scrivo ora. L’unica frase che sento in testa è “non so cosa dire”. Ho paura del delirio alle volte. Come dissi già ad una utente, il tempo sembra stia diventando una maledizione per me e i pensieri suicidi spuntano a macchie. Non so cosa fare, vi racconto un paio di aneddoti. Questa estate io avevo deciso di iniziare a correre per circa 5 chilometri in tre quarti d’ora e affiancavo a ciò un esercizio fisico all'addome di circa 10 minuti. Correvo e correvo, mentre facevo ciò mi accorgevo che ero solo fisicamente e non mi sentivo motivato, o meglio più che altro solamente stressato ma continuavo. Ho continuato ciò per un mese circa, mollando per il troppo stress emotivo che mi induceva questa attività nella solitudine, conscio che se avrei continuato senza nessuna stimolazione sarei arrivato ad una stanchezza tale da rimanerne instabile dopo. Il secondo aneddoto è più recente. Mi sono frequentato con un gruppo di persone il che sembrava positivo, mi sentivo anche bene inizialmente con la mia “simpatia” ma poi l’ansia, l’inadeguatezza e quel senso invasivo mi faceva salire l’ansia oltre che vari tic nervosi, mi sentivo in colpa senza motivo e non riuscivo a stare calmo nonostante venissi da loro. Tornavo a casa con un senso di frustrazione perché non riuscivo a interfacciarmi più di tanto seppur mi sia confidato con una sola persona ma in generale mi sentivo escluso. Probabilmente erano persone diverse da me e ho capito che non riuscivo a starci dietro. Ho lasciato andare via la questione dopo una settimana circa, probabilmente mi avranno già dimenticato ma va bene così, non voglio essere un peso e non voglio creare problemi. Ora, per riassumere questi due eventi potrei dedurre che io sia una persona realisticamente debole e vulnerabile mentalmente ma non lo dico per vittimismo, ma a dimostrazione che la mia instabilità non va a reggere la mia emotività mentale. E’ frustrante, non saprei neanche cosa dire…ah si, ora devo cucinare. Non ne avrei voglia, ma devo farlo perché me lo dice mio padre per dover mangiare un qualcosa al minimo nonostante sia un peso per me.