@eliminato
mi sento così vuota.
okay ho avuto giorni per pensare, negare e infine accettare che del giudizio altrui non mi importa molto.
sapete è la prima persona che nonostante io abbia dato prove valide che uno psicoterapeuta possa diagnosticare un disturbo mentale mi abbia sputato in faccia che non mi creda.
sapete cosa? è okay.
tra i mille problemi della mia vita non ho tempo per pensare ad una stupida ragazzina che vuole solo ferirmi perché non volevo la sua vagina.
che poi ci ho pensato anche fin troppo.
ho sempre voluto piacere alle persone.
ho sempre detestato chi non mi vedeva simpatica.
mi dice il mio psicoterapeuta “non puoi piacere a tutti”.
ed è vero, lo comprendo.
eppure mi faccio in quattro per risultare simpatica a chi mi odia.
non so perché, forse voglio solo mostrare che posso essere simpatica anche a chi sto sul cazzo.
comunque sto divagando, non importa.
importa quello che sto per dirvi.
se pensate di non stare bene andate da uno psicoterapeuta.
e ripeto, se pensate di non stare bene non fatevi dire da nessuno che state mentendo.
no, non dovete flexare i vostri disturbi pubblicizzandoli o normalizzandoli.
ma, tutti noi, abbiamo il diritto di stare male ed esternarlo senza che, persone che non ci conoscono diano il loro sprezzante giudizio non richiesto.
che poi per cosa? per ferirci?
bro- la mia vita è così incasinata che le tue parole non hanno peso.
potrebbero chiedermi, se non hanno peso perché ci butti giù un testo?
avete ragione.
non hanno peso ma infondo mi tocca.
mi tocca essere definita una “bugiarda” solo perché non ho un foglio dove dimostro di avere il borderline.
mi tocca sentirmi dire che “stai ridicolizzando chi ha davvero dei disturbi mentali”.
perché devo essere definita una bugiarda?
per una certificazione, eh?
le parole di uno psicoterapeuta non bastano, vero?
ma infondo si sa, verba volant scripta manent.
quindi visto che non sono andata dallo psichiatra e non ho un foglio che certifica la mia malattia automaticamente non ce l’ho.
hai ragione, mia cara ragazza.
sai quanta gente nega l’olocausto? per quanto ne possiamo sapere dalla propaganda i campi dì concentramento erano luoghi per le vacanze.
quindi in realtà l’olocausto è tutta una finzione.
però ora diresti di no.
quindi cos’ha di differente?
che l’olocausto lo conoscono miliardi di persone.
la mia malattia solo io, il mio psicoterapeuta e mia madre che non vuole accettarlo.
a volte sento come se mi mancasse il mondo sotto ai piedi, come se non stessi qui e ora.
quindi ti ringrazio, per cinque minuti pensare a te e alle tue cazzate mi sta riportando tra i vivi.
penso però che le persone come te siano patetiche, godete dell’umiliazione, delle bugie, della sofferenza.
e tutto questo, perché volevi scoparmi.
ma la gente quanto può essere ridicola?
fare del male e sputare odio sulle persone solo perché sei stata rifiutata.
che poi sono apposto con la mia coscienza, mi fido del mio psicoterapeuta e mi fido delle mie parole.
non sono tipa da inventarsi di avere un disturbo solo per acchiappare attenzioni.
ricordo un paio di anni fa, quando tutti erano contro di me.
mi accusarono a caso di avere un disturbo.
mi incazzai come una belva.
sapevo di non essere normale, ma appellarmi disturbi era da bastardi.
quindi non vedo perché dovrei due anni dopo dirne di averne uno se non è vero.
che poi un altro ha parlato di autodiagnosi.
davvero, non capisco se la gente ci è o ci fa.
nel momento in cui dico che è stata diagnosticata da uno psicoterapeuta, non è un autodiagnosi.
cioè le basi della comprensione.
forse ora dovrei smetterla di parlarne, cioè infondo non gli do peso.
solo che mi rode sapete, mi rode sentirmi giudicare come una bugiarda.
perché ve lo possono assicurare i miei shouts, sono la persona più trasparente che esista.
letteralmente parlo di tutto a tutti.
e parlare di tutto non significa banalizzarlo, ma semplicemente accettare che non tutti siamo perfetti.
che tutti facciamo errori.
che a questo mondo non siamo solo noi stessi quelli spezzati.
che poi avevo pensato “ora smetterò di parlare del mio disturbo, visto che quella ragazza non mi crede”.
ma perché dovrei?
quella ragazza cosa sa di me?
mi conosce abbastanza?
sa cosa amo? cosa odio?
cosa penso della famiglia? della scuola? delle persone?
no.
quella ragazza non sa niente di me, ma si è permessa di giudicarmi.
di presupporre che quello che dicessi era una bugia.
la verità è che non devo niente a nessuno, neanche a lei.
quindi chi non vuole credermi, fa bene.
infondo non mi conoscete, potrei benissimo star mentendo a tutti voi.
mi basta che mi creda chi mi conosce davvero.
chi sa chi è il mio psicoterapeuta.
chi sa che non ci vado da mesi perché non ho i soldi.
mi basta che ci creda chi mi conosce, chi conosce la eos con traumi e senza traumi.
mi basta questo, del resto, beh, non mi frega nulla.