@James_Sveck
Rabbia
Che voglia di bestemmiare, di spaccare qualcosa, di prendere a pugni la vita.
Avevo basse aspettative sin dall’inizio, non credo in nessun miracolo o buon samaritano che esiste al mondo proprio per aiutare me. Sono nato solo, ce l’ho fatta da solo finora, e così sarà anche per i prossimi anni.
Al momento mi sento arrabbiato, ma non con qualcuno in particolare. La mia rabbia comunque non esce, rimbalza sulle pareti all’interno e verrà sepolta a breve da non so cosa. Avete presente il cosiddetto “sarcofago” di Chernobyl? Quella struttura costruita appositamente per imprigionare all’interno gran parte delle sostanze radioattive fuoriuscite in seguito al disastro. All’interno è un inferno, ma fuori è tutto apparentemente tranquillo. Gli animali girano attorno tranquilli, gli alberi crescono e si riprendono i loro spazi prima occupati dall’uomo. La vita va avanti. Io dentro ho questo. Una cupola (dome) che imprigiona gran parte delle mie emozioni. Una persona “normale” ora si starebbe disperando, sarebbe arrabbiata. Non si arrenderebbe così facilmente, o se lo facesse sarebbe una resa sofferta. Io mi arrendo, ma mi rifiuto di soffrire. Non accetto che altre persone possano essere la causa di turbamenti verso di me. Per questo lascio la presa senza sentire nulla.
Forse tra un po’, qualche ora o giorno, ripensandoci, mi riuscirò a sfogare. Ma sarà sempre una reazione breve e sottodimensionata rispetto alla speranza che, faccio fatica ad ammetterlo, avevo inizialmente. Eppure niente, il destino vuole così. Io altro non posso fare, sono impotente, i servizi sono questi e non sono raggiungibili (non fisicamente) da me (e sicuramente da una marea di gente).
Meno ci ripenso e meglio è comunque, non mi va proprio di stare male di nuovo, ora che avevo ritrovato un po’ di stabilità.
La voglia di piangere e farmi del male sta cominciando a salire, credo molti di voi conosceranno questa sensazione. Di impotenza, debolezza, rabbia repressa, disperazione e metteteci voi il resto. Una vita crudele sulle spalle.