@Poeta

Fissavo il soffitto dell'auto con gli occhi sgranati, freddi, lucidi al contempo. Sentivo le paure, le insicurezze, le paranoie, i pensieri, le ansie, i difetti, le imperfezioni. Sentivo il peso di ogni singolo dubbio battere alla portiera con tutta la forza del mondo, così come l'aria fredda della notte cercava di oltrepassare ogni singola fessura della vettura per entrare all'interno dell'abitacolo. E io ero lì, chiuso in quattro vetri appannati, con te. Un sedile abbassato, due corpi nudi pelle contro pelle e un abbraccio più stretto del solito. Non cercavo nient'altro. E così ho realizzato ancor di più cosa volesse dire amare. Il desiderio di lasciarsi andare, di farsi travolgere da ogni minima emozione, il voler memorizzare anche il più piccolo dei dettagli, pur di ricordare cos'è che realmente mi rende felice come se ogni momento fosse l'ultimo. E così il calore reciproco, i capelli sconvolti, il gonfiarsi ripetuto delle gabbie toracice ad ogni respiro, i battiti dei cuori. E così ogni singolo tocco, le mani che scorrono sulla schiena, sul petto, sul collo, scendono e risalgono. Le risate, gli sguardi, le paure, le stelle brillanti nel cielo, le promesse fatte e rifatte.

Una piccola candela su un lago ghiacciato. Un fiore in un prato bruciato.