@PescaraPortaNuova
Ecco perché è una città moderna...
Il 31 agosto ed il 14, 17 e 20 settembre del 1943 nel pieno della seconda guerra mondiale, Pescara è stata oggetto di pesanti bombardamenti da parte delle forze alleate che hanno causato la morte di almeno 3000 persone (varie fonti indicano anche un numero di 6000 caduti) e la distruzione di 1265 edifici, il grave danneggiamento di 1335 oltre quello lieve di 2150[1] costruzioni del centro abitato (un totale pari a circa l'80% degli edifici della città) che circondava la stazione e la linea ferroviaria - unici veri obiettivi dei bombardamenti.
Nella sostanza, la parte a nord del fiume, ovvero la vecchia Castellammare che al tempo sorgeva intorno la stazione ferroviaria e che fiancheggiava la linea ferroviaria ed il porto, fu rasa al suolo determinando la fuga di massa dei cittadini di Pescara verso i paesi dell'entroterra. Infatti, i bombardamenti del 17 e, soprattutto, del 20 settembre, causarono poche vittime civili poiché la città era stata abbandonata e molti sfollarono nella città di Chieti - dichiarata città aperta- e presso i dintorni di Pianella.
Gli Alleati, sul versante adriatico, erano già nei pressi di Termoli e contavano di arrivare entro Natale a Pescara, per poi raggiungere agevolmente Roma percorrendo la via Tiburtina Valeria. Ma tra gli Alleati e Pescara c'era la Linea Gustav, una imponente linea difensiva voluta da Hitler e coordinata direttamente dal generale Albert Kesselring.
Il bombardamento fu ordinato dal generale Montgomery che aveva l'obiettivo di colpire in maniera decisiva le linee di rifornimento dell'esercito tedesco, che faceva uso della linea ferroviaria. Nonostante la violenza dei bombardamenti, l'impeto dell'attacco alla Linea Gustav ed il contributo della Brigata Majella, la difesa dell'esercito tedesco fu strenua e gli scontri si dilungarono per molti mesi in più del previsto, fino all'inizio di giugno del 1944.