@Tamagotchi

Il giudizio delle persone spaventa sempre. Ti senti come una singola pecorella smarrita in un branco di lupi coi denti aguzzi, pronti ad azzannare la tua carne, soprattutto quando vedono che non sei un lupo.

Nessuno alla fine sa realmente cosa abbia passato per essere la persona che sono oggi, se non io, il mio terapista, e quel crauti del mio ragazzo, quando stava con me al telefono due ore perché piangevo quando mi guardavano tutti fuori casa. Ma penso non interessi a nessuno che si ferma a superficialità come qualche smagliatura in più, il tono di voce, o una statura più alta.

Non penso che sarò mai un lupo. O nasci lupo o nasci agnello, non importa quanti calci nel culo ti dà la vita, non cambi il tuo animale. Anche i lupi prendono i calci nel culo, non fraintendete, ma hanno i denti per mordere, strappare la carne, far sanguinare.. gli agnelli no. Mi si è indurita la pelle, ho imparato a non piangere davanti a chi mi fa del male, e a belare anche con la risposta pronta, ma i calci e i morsi li prendo sempre. E mi fanno male, anche se cerco di non farlo vedere.

Ma questo è il cerchio della vita. Io sono un agnello, incapace di mordere, e preda naturale di molti lupi. E ho paura che un giorno qualcuno mi azzanni alla giugulare. Nel frattempo, ho scoperto che reprimere il pianto fa male, e che scrivere a un branco di sconosciuti è stranamente terapeutico.

È tutto direi, un belato affettuoso a quelli simpatici, buonanotte?