@MissAborto
in gita ho fatto conoscenza con delle persone del posto che alla fine sono state con noi per le ore libere
mentre parlavo non so come era spuntato fuori l'argomento "timidezza". Vabbè, parlavo e ho detto "si ma di solito non do molta confidenza agli estranei" non l'avessi mai detto. Oltre al fatto che si sono messi a ridere i miei compagni ma ste persone mi hanno detto pure che non sembra. ?
È vero che io attacco a parlare e stringo con tutti, ma non è dare confidenza, nel senso io parlo con tutti ma nessuno sa quasi niente di me. Anzi ultimamente sto dicendo più i fatti miei a chi ritengo opportuno, per me è una cosa positiva considerata la chiusura che avevo.
Comunque ho passato praticamente tutta la mia infanzia fino ai miei 13 anni seduta in cassa nel negozio di mio padre, da lì ho sviluppato la cosa. ?
I vecchietti iniziavano sempre a parlare, ma anche gli adulti, e poi c'erano i bambini fuori con la palla e io provavo a parlarci.
Passavo giornate e mesi interi in quel negozio fino a quando non mi hanno ritenuta abbastanza grande per stare a casa da sola. Io ho praticamente vissuto in quei negozi, perché i miei ne hanno avuti più di uno contemporaneamente.
Non negherò il fatto che mi abbia fatto crescere, in positivo, almeno erano bravi con i clienti.
Diciamo che si capiscono molte cose stando "dall'altra parte del bancone", oltre a tutti i sacrifici che vedevo.
Mi ricordo tutti gli amici (che ancora sento e con cui esco) con la quale ho legato stando lì: Giulia, Alice, Filippo, Marta, Roberto, Sara, Eros, India (si), Gabriele, Veronica e Daniele. ?
Su per giù andavano tutti nelle stesse due scuole, ma i negozi non sono vicino casa mia (non abbastanza per la scuola), infatti io ero "quella del negozio" o "la figlia di *nome di mio padre*".
Nel complesso ha influito molto sulla mia vita e su come adesso mi rapporto.