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Non sempre i genitori si comportano da genitori.
Chiuso a chiave per tutta la vita in una stanza che era diventata il suo mondo, circondato dalle sue stesse feci, picchiato e lasciato senza cibo. Arriva da Anneville, in Pennsylvania, Stati Uniti, la drammatica storia di Maxwell Schollenberger, trovato morto a soli 12 anni nella sua casa dalla polizia dopo la segnalazione di un vicino che si era insospettito dopo aver ascoltato il racconto di Scott Schollenberger Jr, il 42enne padre del piccolo finito lunedì scorso in manette insieme alla compagna Kimberly Maurer, 35 anni, con l’accusa di omicidio. Quando è stato trovato cadavere, il 26 maggio scorso, il bimbo pesava solo 19 chili e nessuno, neppure i suoi fratelli, sapevano persino della sua esistenza. Non era mai andato a scuola e non aveva mai ricevuto cure mediche. La sua vita era tutta in quella stanza, buia, piena di muffa e di rifiuti, con un solo letto all'interno, chiusa a chiave e con le finestre sigillate con del nastro adesivo, dove veniva aggredito e lasciato morire da fame dalla coppia che è stata in seguito fermata per il suo decesso.
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Ed è probabile che nessuno mai si sarebbe accorto del suo dramma se non fosse arrivata la segnalazione del vicino di casa insospettito da quel riferimento alla “morte del figlio” da parte del 42enne che ha portato alla luce il caso, facendo sì che i genitori finissero dietro le sbarre. Il loro arresto è avvenuto tre mesi dopo il ritrovamento del corpo senza vita del 12enne. Dalle indagini effettuate dagli inquirenti è emersa una vera e propria casa dell'orrore. L'esame autoptico ha rivelato che il decesso è avvenuto per un "trauma cranico causato da un oggetto contundente, complicato da malnutrizione". Ma non si sa perché il bambino fosse stato ridotto in questo modo, dal momento che gli altri figli della coppia risultano tutti in salute. Il procuratore distrettuale della contea, Pier Hess Graf, ha detto: "Questo piccolo ragazzo di 12 anni non ha mai conosciuto l'amore incondizionato di una famiglia. Max esisteva, non viveva. Esisteva in uno stato di sofferenza".