@an0nym
La "toscano-mania" dei libri di letteratura italiani; un problema "per tutti".
Ormai da tempo, per la sua grande importanza avuta durante il Risorgimento (e non solo), Dante Alighieri è divenuto il maggiore e illustre poeta della letteratura italiana. Esaltato in ogni ambito culturale italiano, egli è riuscito mediante la sua opera "La Divina Commedia" a far parlare molto di sé anche dopo la sua morte. Grazie all'immenso successo ottenuto dal suo libro, la Scuola del Dolce Stil Novo è riuscita ad "esplodere" e ad avere un'immensa popolarità negli ambiti letterari e scolastici italiani, questo fino ai giorni nostri, ove la Divina Commedia è (forse) uno dei punti più importanti di ogni programma scolastico che si rispetti.
La scuola italiana, per via della sua importanza, esalta l'Alighieri come "il fondatore della Lingua italiana", facendo occupare ad egli la maggior parte del programma. Purtroppo, questa grande notorietà di Dante nei libri di testo scolastici ha portato alla trascuratezza di molti altri poeti e letterati italiani - e non - dell'Italia medioevale. Tra questi, purtroppo, abbiamo anche i poeti della Scuola Poetica Siciliana. Quest'ultimi, tristemente, sono trattati nella maggior parte dei libri di testo con molta superficialità rispetto, per esempio, allo Stilnovo, il quale è trattato con molto più approfondimento ed importanza rispetto ai poeti siciliani. Questo "panegirico" agli stilnovisti ha portato tristemente alla trascuratezza scolastica dei poeti siciliani, e della loro grande influenza che ebbero quest'ultimi sui poeti toscani.
A mio modesto parere, sarebbe giusto trattare ogni personaggio e/o scuola letteraria della letteratura italiana con lo stesso interesse e importanza scolastica, questo discorso anche con alcuni personaggi della letteratura siciliana medioevale come, per esempio, Nina da Messina, prima donna a scrivere in volgare siciliano e in volgare italiano.
Cosa ne pensate voi? Pensate che anche gli autori della vostra regione siano trascurati dal programma?