@Alva6_0
Elezioni in Kosovo, ecco come sono andate:
Queste elezioni son state vinte dal partito nazionalista di sinistra, guidato da Albin Kurti, Vetëvendosje (Autodeterminazione) con più del 48% delle preferenze. Seconda forza del paese, il Partito democratico del Kosovo (PDK) del presidente dimissionario Hashim Thaci con il 17,35%, mentre la Lega democratica (LDK), formazione di centro-destra del premier uscente Avdullah Hoti, si è fermata al 13,8%.
L'affluenza è stata maggiore rispetto alle elezioni del 2019 (2,5% in più).
Numeri che confermano quanto già espresso dagli elettori nel 2019 quando “Autodeterminazione” aveva ricevuto per la prima volta nella sua storia l’incarico di formare un governo. Esecutivo che venne cementato con l’altro attore dell’opposizione, l’LDK. Un’alleanza sulla carta di difficile coesistenza dato il loro appartenere a schieramenti ideologicamente non sovrapponibili, ma legati da uno spirito oltranzista e dalla comune visione di un Kosovo autonomo da qualsiasi tipo di rapporto con la Serbia. A quanto sembra, argomenti non sufficienti a garantire solidità del governo, almeno in quelle circostanze.
Le nuove elezioni, infatti, si sono rese necessarie nel momento in cui proprio LDK aveva deciso di sfiduciare il primo ministro Kurti nel marzo 2020, passando nuovamente all’opposizione e dando vita alla formazione di un governo ad interim presieduto da Avdullah Hoti (LDK). Poi, a fine anno, è arrivata la doppia svolta. A novembre il presidente Thaci è stato incriminato dalle Kosovo Specialist Chambers, organo con sede a L’Aia con il compito di indagare sui crimini di guerra commessi dal Esercito del Kosovo durante la guerra tra il 1998 e il 1999, costringendolo alle dimissioni. Poi, solo un mese dopo, la Corte Costituzionale ha annullato il precedente voto di fiducia al governo Hoti, in quanto tra i votanti risultava il deputato Eten Arifi, condannato nel 2019 a un anno e tre mesi per corruzione. Morale della favola: tutto da rifare e ritorno alle urne. Urne che adesso aprono scenari di difficile previsione, non solo per la formazione del governo ma anche per l’intera area balcanica.
Con i consensi raddoppiati in solo un anno, il VV è certamente il vincitore indiscusso di queste elezioni, anche se l’attuale forza elettorale non lo esenta dall’interagire con le altre forze politiche per iniziare a governare. Senza una maggioranza assoluta, infatti, avranno luogo le quinte consultazioni della storia del Paese dal 2008, anno dell’indipendenza unilaterale. Trattative che si preannunciano molto complicate per la grande frammentazione che caratterizza la politica nazionale. Albin Kurti ha due possibilità per avere la maggioranza assoluta, accordarsi con i partiti "rivali" o accordarsi con i partiti che difendono le minoranze, a cui vanno di diritto 20 seggi (10 per i serbi e 10 per le altre [bosgnacchi, rom, gorani, turchi]), riguardo questi ultimi Kurti ha affermato di non volerci dialogare, vedremo cosa succederà.<br /> -<br /> Le informazioni son state prese da un articolo di Huffington Post, non la miglior fonte ma le informazioni son chiare e veritiere.