@Narciso_

09/08/2022 alle 11:15

“Il jova beach party fa bene all’ambiente” sostiene il cantante. Ma te ne andassi a fanc… Leggete l’articolo sotto e non andate ai suoi concerti >

“Il jova beach party fa bene all’ambiente” sostiene il cantante. Ma te ne andassi a fanc… Leggete l’articolo sotto e non andate ai suoi concerti >

Attenzione: post lungo.

Jovanotti ha risposto alle critiche al suo Jova Beach Party.

Lo ha fatto con un video sulla sua pagina Instagram: ha parlato di “killeraggio”, ha chiamato noi (e i tanti altri che lo criticano) “econazisti” e ha ribadito con forza che il suo non è un progetto greenwash.

Invece sì, lo è.

Non solo perché permette a certe aziende di ripulire la propria immagine e propone un modo di organizzare gli eventi che sarebbe ora di cambiare, ma soprattutto perché fa danni nella testa delle persone.

Ma andiamo con ordine.

- Gli sponsor

Tre su tutti: la banca Intesa San Paolo, il produttore di carne Fileni e il supermercato MD. La prima è una delle banche che negli anni scorsi hanno investito di più sui combustibili fossili, la seconda è una grande azienda che produce carne attraverso gli allevamenti intensivi, il terzo è un gigante della grande distribuzione. Per chi non lo sapesse, la grande distribuzione è responsabile dell’utilizzo di tonnellate e tonnellate di plastica, nonchè il settore che sta lottando più strenuamente contro la riduzione della plastica negli imballaggi.

Quale occasione migliore del Jova Beah Party per queste aziende per mostrarsi attente all’ambiente, per poi continuare a fare business come al solito?

Quindi finanziamenti ai combustibili fossili, allevamenti intensivi e plastica. Tre delle principali cause dell’inquinamento nel nostro pianeta sponsor di un evento che parla di ambiente e sostenibilità.

- L’evento

Dando per vere le repliche del WWF Italia alle critiche mosse dalle tante associazioni ambientaliste sulla pressione che si esercita sulle spiagge che ospitano l’evento (Jovanotti le chiama “livore locale” e “piccole vendette politiche”… vabbè), il problema centrale sta nei rifiuti che l’evento crea. Limitiamoci all’acqua: in quale idea malata di sostenibilità stanno le lattine di acqua da 33 cl in alluminio del Jova Beah Party (che costano 2 euro l’una)? Diciamo no alla plastica per dire sì all’alluminio? È vero che è 100% riciclabile e che è molto più leggero della plastica, ma non dimentichiamo che di media si ricicla davvero solo la metà delle lattine prodotte e che per produrre una lattina selvono circa 18 litri d’acqua.

Immaginate la scena: sul palco c’è un esperto che parla di inquinamento degli oceani mentre fra il pubblico decine di migliaia di persone stanno bevendo acqua monoporzione da lattine in alluminio. Qualcosa non quadra.

Non sarebbe stato meglio - come si fa nei festival di mezza Europa - mettere fontanelle di acqua potabile gratuita?

- I danni del Jova Beach Party

L’impressione generale del Jova Beah Party è che sia un grande evento di autoassoluzione del pubblico, degli sponsor e forse anche di Jovanotti. Tutti insieme uniti nell’illusione di stare facendo qualcosa per l’ambiente.

Noi non mettiamo in dubbio che Jovanotti e il suo pubblico siano in buona fede (qualche dubbio ce l’abbiamo giusto sugli sponsor), ma così si crea più danno che altro: da un lato ci sono tante persone che credono di stare facendo qualcosa di buono, dall’altro ci sono coloro che leggendo le critiche a questo evento bolleranno poi come stupidaggine ogni evento che si professa "sostenibile". Per questo motivo il Jova Beach Party fa danno all’ambiente: perché contribuisce ad alimentare la diffidenza che c’è intorno a questo tipo di eventi, danneggiando chi di sostenibilità e cambiamento si occupa davvero.

Ma se Jova è in buona fede, come mai allora tante buone intenzioni portano poi a questi risultati? La spiegazione - involontaria - ce la dà proprio il cantante nel suo video.

A un certo punto ci presenta Maurizio Salvadori di Trident, l’azienda che si occupa dell’organizzazione dell’evento (e di cui non mettiamo in dubbio la professionalità), dicendo che lavora con lui dal 1988. Poi sempre Jova, parlando del caso di lavoro nero rilevato durante l’evento, lamenta il fatto che la notizia è uscita alle sette di sera per impedirne la replica, perché i giornali l’indomani avrebbero già lanciato la notizia. Parlando poi di hashtag, dice: “infilateveli dove sapete”.

Sembra quasi di sentire parlare una persona anziana che è rimasta al mondo predigitale, dove la gente leggeva i giornali di carta e nessuno doveva preoccuparsi di “hashtag” e altre amenità. E forse anche nell’organizzazione dell’evento, nella ricerca degli sponsor e in tanti altri aspetti si è rimasti a dinamiche antiche, che forse è ora di rivedere. Forse il Jova Beach Party è proprio questo: un evento vecchio fatto in un mondo nuovo.

Per concludere: nessuno vieta a Jovanotti di fare un evento in spiaggia seguendo queste vecchie dinamiche. La legge lo consente. Basta che non lo venda come evento rispettoso dell’ambiente e attento alla sostenibilità. Perché se vuole farlo, dovrà cambiare l’evento nella sua struttura, non solo nella sua immagine esterna.

Altrimenti sì, questo è greenwashing.

-

Aggiungo io: decine di migliaia di persone in spiaggia, che arrivano quasi tutte in macchina, non inquinano? Perché non fare l’evento in un luogo già antropizzato, facilmente raggiungibile anche con mezzi pubblici? Perché portare così tanta gente in luoghi naturali, a fare casino, disturbare piante e animali che ormai non hanno quasi più luoghi veramente naturali? Perché l’uomo deve sempre andare a rompere i coglioni alla natura? Teniamoci i nostri (enormi) spazi e lasciamone alcuni alla natura. È imbarazzante voler continuare a sostenere che questi concerti siano addirittura benefici ed l’ambiente. Ridicolo. Jovanotti ormai, a dispetto se nome, è uno tra i tanti vecchi che cerca di rinnovarsi e farsi piacere dai giovani. Questo non sarebbe un problema se ciò che dice e fa poi è vero. Ma i concerti e la sensibilizzazione sull’ambiente perché non li ha fatti nei palazzetti? Falso ipocrita. E idioti tutti quelli che vanno a questi concerti sulle spiagge.

+17 punti
9 commenti

@HarryStylesisthebest

2 anni fa

Io infatti fin dall'inizio ho ritenuto che fosse una cagata, fa esattamente l'opposto di tutelare l'ambiente

+4 punti

@Gioforchio

2 anni fa

Io che lho detto in classe e mi hanno dato della esagerata. Ma vaffanculo

+4 punti

@Albo216

2 anni fa

Questo personaggio mi ha sempre fatto schifo già da prima che faceva questa minchiàta spacciata per "green". Si è inalberato perché non riesce più a fare il simpatico come ha sempre fatto. Ha chiaramente la coscienza sporca e sa di averla.

+4 punti

@La_settima_dei_corvi

2 anni fa

E niente, in questi giorni io e la mia famiglia facciamo spesso la spesa da MD e ho anche appena preso una carta di credito con Intesa San Paolo. E niente, mi sento un po' in colpa, ma non ne sapevo niente.

+2 punti

@Duke_of_Lancaster

2 anni fa

Pienamente d'accordo, dicono una cosa e fanno l'opposto

+1 punto

@Regina_George

2 anni fa

io ho sempre pensato che questi concerti fossero una gran cazzata, non gliene frega a nessuno dell’ambiente, l’obiettivo è solo fare soldi

+1 punto