@Felice

09/09/2022 alle 15:45

Siccome sono in tema, copertina di Nascita di una nazione, un film del 1915 che vede il Ku Klux Klan come eroi e gli afroamericani come cattivi della storia

Siccome sono in tema, copertina di Nascita di una nazione, un film del 1915 che vede il Ku Klux Klan come eroi e gli afroamericani come cattivi della storia

Fu un film che segnò la storia del cinema, non tanto per la storia ma per come era girato. Griffith, il regista, introdusse il montaggio analitico, una colonna sonora che durò per tutto il film e narrò la storia senza focalizzarsi sulle immagini e il loro significato come era uso fare (era un film muto, ovviamente, ed era necessario prima di allora comuqnue un narratore che con questa tecnica poteva essere evitato). Rivoluzionò il cinema, fu un grande successo ma fu condannato già all'epoca, per temi razzisti (a ragion veduta).

Gira voce quindi che Griffith, per riscattarsi dalle accuse, nel 1916 (non chiedetemi come sia possibile perché non ne ho sinceramente idea), fece uscire il film Intolerance di cui si deduce il tema dal titolo. Un film epico per definizione e per apprezzamento. Maestoso, filosofico, emblematico, pittoresco e bibliografico, molto bello. È un opera veramente colossale che non riavremo mai ma è, soprattutto... una lagna vittimista di un uomo bianco. Proprio così, non è altro che un razzista. Non solo Intolerance non fu un apologia a difesa propria dalle accuse di razzismo, Grittifh riteneva di non doversi scusare affatto. Al contrario, riteneva intolleranti coloro che lo avevano criticato e accusato di razzismo.

Il film narra tre vicende in tre stili diversi, ognuno dei quali presenta momenti in cui l'intolleranza ha creato danni irreparabili.

Una donna bacchettata dal proibizionismo e un consiglio morale spietato (sì, esistevano già nei primi del '900 e non è una cosa di adesso, casualmente tutte donne...) che rischia perennemente di perdere bambino e marito.

La seconda parla della notte di San Bartolomeo e una ragazza ugonotta con marito cattolico che viene uccisa con lui da mercenari.

Una storia parla di episodi d'intolleranza biblici verso Gesù.

Un'altra ancora parla della caduta di babilonia, di come un sacerdote (mi sembra) abbia tradito il suo popolo lasciando entrare i nemici per gelosia verso un nuovo culto introdotto nella città.

Ai tempi per fare film dovevi avere i controconglioni, idee incredibili o comunque geniali, soldi, un raffinato spirito artistico. Quindi, Griffith di base aveva tutte queste cose, perciò il film ha finito per essere molto di più della banale lagna, ma nasce comunque da un piagnucolare vittimista di un razzista misogino accusato di essere tale.

Non ci sono neri, c'è una potente ricerca del girl power (opinabile la sua riuscita specie se contestualizzata e guardando altri elementi), i protagonisti non hanno nome perché le vicende vengono intese come universali e chiunque vi si può identificare.

Estremamente emblematico, ma conoscendo le dichiarazioni diventano chiari gli intenti: accusa chi lo ha accusato di razzismo di essere un bacchettone (non per nulla, l'unica storia a finire bene è quella della donna con il bambino), fa capire che non è solo una cosa degli afroamericani (vorrei dire n**i ma temo che questo sito del cazzo mi blocchi lo shout) ma tutti soffrono l'intolleranza.

Quindi sì, i paraculo vittimisti sono sempre esistiti, con la differenza che prima sapevano fare qualcosa, oggi neanche quello. Almeno, parliamo di cinema e l'aperta interpretazione permette di avere una visione migliore del prodotto.

+4 punti
7 commenti

@France_99

2 anni fa

Oddio, sono rimasto sconvolto da quello che ho letto, soprattutto per la parte vittimista ??

0 punti

@unaragazzachesognadivolare

2 anni fa

È uno dei tanti film che devo recuperare. Molto interessante la tua analisi

0 punti