@Astaroth_
INDOVINELLO :)
Un bibliotecario lavora in una biblioteca gigantesca con tantissimi libri e un giorno decide di mettere ordine stilando degli appositi cataloghi. Decide di catalogare più volte i vari testi secondo criteri differenti, ad esempio secondo l’anno di stampa, argomento, lingua, genere, autore e così via. Alla fine del lavoro ha stilato decine e decine di cataloghi… per poi rendersi conto che anche i cataloghi stessi sono libri e che quindi vanno catalogati anch’essi! Nel compiere quest’operazione si rende conto di una particolarità: alcuni cataloghi fanno parte dei libri che essi stessi catalogano e altri no (ad esempio il catalogo dei libri scritti in italiano è un libro scritto in italiano, mentre quello dei libri scritti in inglese no). I libri appartenenti a questa tipologia, quindi, si catalogano e vanno inseriti in fondo al catalogo stesso mentre gli altri no. Procede quindi anche con questa operazione di “auto-catalogazione”. Giunto a questo punto il bibliotecario capisce che mancano due cataloghi finali: il “catalogo dei cataloghi che si catalogano” e il “catalogo dei cataloghi che non si catalogano”. Prende due cataloghi bianchi e in uno aggiunge tutti i cataloghi che catalogano loro stessi e nell’altro quelli che non lo fanno. Ma anche questi due nuovi cataloghi sono dei libri e vanno aggiunti in questi ultimi.
Ovviamente il “catalogo dei cataloghi che si catalogano” va inserito alla fine di sé stesso… Ma l’altro? Infatti, inserendo il “catalogo dei cataloghi che non si catalogano” in fondo a sé stesso diventa automaticamente un libro catalogato, e non può stare lì. Al contrario, non scrivendolo resta un libro non catalogato, che quindi va inserito in sé stesso, e così via…
Come fa il bibliotecario a risolvere questo paradosso?