La coscienza è la quarta persona del singolare, poiché non sono io né qualcun altro: essa non è nessuno e suo malgrado è la singolarità irrimediabile, la realtà più individua d’ogni altra realtà. È un «that» senza realtà, senza «what», è il «che è e che non può non essere», è un’esistenza senza alcuna essenza, poiché le precede e le fonda. Nessuno parla, e tuttavia esiste. #coscienza
10/08/2020 alle 16:37