Ragazza di 14 anni

Donna di 18 anni

Ragazzo di 16 anni

Ragazza di 16 anni

@Albo216

Non voglio votare questo o quest'altro, non mi interessa nulla di come sarà l'Italia il 26 settembre, chi si aspetta la catastrofe non ha ragione né torto, è semplicemente in ritardo di anni.
La catastrofe la stiamo già vivendo.
Sapete cosa vorrei?
L'Italia degli anni '60, '70 e '80, fatta di gente semplice che lavorava, ascoltava e dialogava civilmente.
L'Italia del boom economico, di persone che sapevano rialzarsi da sole.
L'Italia dell'umiltà e del rispetto. 
L'Italia dei paesi e dei piccoli borghi, non quella della globalizzazione.
L'Italia delle scampagnate domenicali perché i negozi erano quasi tutti chiusi, l'Italia delle cartoline, degli amici di penna, delle foto delle vacanze sul rullino che dovevi portare dal fotografo e aspettare settimane prima che venissero sviluppate.
L'Italia che aveva tanto da raccontare, perché non esisteva la tossicità dei social network, e anche il termine "tossico" aveva tutt'altro significato, legato a un lato più oscuro di quegli anni, e quindi tra amici si discuteva un'intero pomeriggio di vacanze estive e serate trascorse nelle prime discoteche aperte, dalla Baia in poi. 
Ma soprattutto, l'Italia di Mina, Battisti, Baglioni, Celentano, Toto Cutugno, Renato Zero, Lucio Dalla, Mia Martini, i Matia Bazar… e poi gli Stadio che cantavano "Grande figlio di puttana", quando sentire una parolaccia in radio era scandaloso.
Praticamente desidero una macchina del tempo, che non è stata inventata e forse non verrà mai inventata. 
Nonostante tutto, ringrazio chi ha inventato internet, perchè è l'invenzione più vicina alla macchina del tempo, tra quelle create finora, ed io posso scrivere e rievocare tutto questo grazie a internet.

Non voglio votare questo o quest&#039;altro, non mi interessa nulla di come sarà l&#039;Italia il 26 settembre, chi si aspetta la catastrofe non ha ragione né torto, è semplicemente in ritardo di anni.
La catastrofe la stiamo già vivendo.
Sapete cosa vorrei?
L&#039;Italia degli anni &#039;60, &#039;70 e &#039;80, fatta di gente semplice che lavorava, ascoltava e dialogava civilmente.
L&#039;Italia del boom economico, di persone che sapevano rialzarsi da sole.
L&#039;Italia dell&#039;umiltà e del rispetto. 
L&#039;Italia dei paesi e dei piccoli borghi, non quella della globalizzazione.
L&#039;Italia delle scampagnate domenicali perché i negozi erano quasi tutti chiusi, l&#039;Italia delle cartoline, degli amici di penna, delle foto delle vacanze sul rullino che dovevi portare dal fotografo e aspettare settimane prima che venissero sviluppate.
L&#039;Italia che aveva tanto da raccontare, perché non esisteva la tossicità dei social network, e anche il termine &quot;tossico&quot; aveva tutt&#039;altro significato, legato a un lato più oscuro di quegli anni, e quindi tra amici si discuteva un&#039;intero pomeriggio di vacanze estive e serate trascorse nelle prime discoteche aperte, dalla Baia in poi. 
Ma soprattutto, l&#039;Italia di Mina, Battisti, Baglioni, Celentano, Toto Cutugno, Renato Zero, Lucio Dalla, Mia Martini, i Matia Bazar… e poi gli Stadio che cantavano &quot;Grande figlio di puttana&quot;, quando sentire una parolaccia in radio era scandaloso.
Praticamente desidero una macchina del tempo, che non è stata inventata e forse non verrà mai inventata. 
Nonostante tutto, ringrazio chi ha inventato internet, perchè è l&#039;invenzione più vicina alla macchina del tempo, tra quelle create finora, ed io posso scrivere e rievocare tutto questo grazie a internet....

Non voglio votare questo o quest'altro, non mi interessa nulla di come sarà l'Italia il 26 settembre, chi si aspetta la catastrofe non ha ragione né torto, è semplicemente in ritardo di anni. 
La catastrofe la stiamo già vivendo. 
Sapete cosa vorrei? 
L'Italia degli anni '60, '70 e '80, fatta di gente semplice che lavorava, ascoltava e dialogava civilmente. 
L'Italia del boom economico, di persone che sapevano rialzarsi da sole. 
L'Italia dell'umiltà e del rispetto. 
L'Italia dei paesi e dei piccoli borghi, non quella della globalizzazione. 
L'Italia delle scampagnate domenicali perché i negozi erano quasi tutti chiusi, l'Italia delle cartoline, degli amici di penna, delle foto delle vacanze sul rullino che dovevi portare dal fotografo e aspettare settimane prima che venissero sviluppate. 
L'Italia che aveva tanto da raccontare, perché non esisteva la tossicità dei social network, e anche il termine "tossico" aveva tutt'altro significato, legato a un lato più oscuro di quegli anni, e quindi tra amici si discuteva un'intero pomeriggio di vacanze estive e serate trascorse nelle prime discoteche aperte, dalla Baia in poi. 
Ma soprattutto, l'Italia di Mina, Battisti, Baglioni, Celentano, Toto Cutugno, Renato Zero, Lucio Dalla, Mia Martini, i Matia Bazar… e poi gli Stadio che cantavano "Grande figlio di puttana", quando sentire una parolaccia in radio era scandaloso. 
Praticamente desidero una macchina del tempo, che non è stata inventata e forse non verrà mai inventata. 
Nonostante tutto, ringrazio chi ha inventato internet, perchè è l'invenzione più vicina alla macchina del tempo, tra quelle create finora, ed io posso scrivere e rievocare tutto questo grazie a internet.

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